Capitolo 0 – Ciliegio 1


Il volto di mio Bisnonno, per ovvie distanze temporali, non me lo ricordo.
Mi piace immaginare mio papà… semplicemente in un’altra epoca.

La storia che vi sto per raccontare inizia nel 1897.
Ho sempre odiato studiare storia, quindi mi faccio aiutare da Wikipedia per capire di che anno stiamo parlando:
-a Reading, Oscar Wilde viene rilasciato di prigione;
-a Londra Guglielmo Marconi brevetta la radio;
-a Torino viene fondata la Juventus, per iniziativa di un gruppo di studenti di un liceo classico;
-a Santorso (VI) nasce mio nonno Giuseppe.

Ovviamente su Wikipedia oggi non c’è nessun riferimento a mio nonno… ma quando la mia storia diventerà pubblica credo che un riconoscimento gli dovrà pur essere dato!

Una tradizione che si perde nel tempo della famiglia Grotto è quella di impiantare un albero da frutto ad ogni nascita, ma quella di Beppino è stata la pianta che ha sconvolto la mia vita, e non solo. Il mio bisnonno il 24 ottobre 1897 ha preso il badile, è sceso nel campo dove sul lato opposto c’era già il noce che portava il suo nome e ha cominciato a scavare, scavare e scavare… Il ciliegio, si sa, richiede una buca ampia e profonda… ma ad un certo punto trovò qualcosa di duro…
Un sasso enorme? Beh, possibile, ma di sicuro non era un sasso normale. La superfice era regolare e il colore, seppur sporcato di terra, sembrava tendente al rosso.
Provò a togliere più terra possibile attorno, ma dopo essere arrivato ad una buca del diametro di quasi due metri ancora non si riusciva a trovarne il bordo…

La luce del giorno cominciava a scemare, e quella sera gli amici lo aspettavano per festeggiare assieme alla trattoria “Il Cacciatore” la sua genitorialità… Quel cacchio di ciliegio doveva essere impiantato in quel giorno (anche perchè sennò mia bisnonna gli faceva il mazzo), quindi in fretta e furia ricominciò a chiudere la buca… ma mentre spalava, il buio che avanzava rivelò che quella cosa di sicuro non era un sasso.

Si sedette, e provò a socchiudere gli occhi.
Quasi impercettibile, flebile, irrilevante… ma quel cazzo emetteva luce!

“Porca trota, stasera ne parlo con Gioachino Patata e domani vediamo di capire da dove salti fuori”
In fretta e furia depose la piantina di ciliegio assieme ad un palo di sostegno, completò il lavoro e sistemò la terra tutto attorno.

Ma a volte la storia dell’umanità prende pieghe inaspettate; potremmo star qui giorni a giorni a discutere di cosa sarebbe potuto succedere:
SE quando arrivò in trattoria Gioachino Patata non fosse già sbombo di vino nero
SE il maialino da latte che stavano cucinando dalla mattina non fosse stato il più bel regalo che mio bisnonno avesse mai ricevuto
SE ancor prima di poter salutare chiunque, Mario Butio non gli avesse messo in mano un boccale di vino e non glielo avesse fatto bere tutto d’un fiato
SE Isetta Merla (oste e sorella del bisnonno) non avesse promesso uno sconto a tutti sul vino per festeggiare la nascita del nipote
SE
SE
Insomma, se mio nonno quella sera non si fosse ubriacato marcio come non mai…
Per carità, volete fargliene una colpa? Era il suo primogenito, andava festeggiato… solo che quel fiume di vino si portò via un bel pò di ricordi di quella giornata, compresa la misteriosa presenza sopra la quale ora stava una piantina di ciliegio…

Anni dopo (1917), mio bisnonno disse a mio nonno: “Giuseppe, ti ho sempre parlato di questo ciliegio come del principale ricordo della tua nascita… Qualcosa mi dice che è e sarà speciale più di ogni pianta in questo campo !”
Anni dopo (1957), mio nonno disse a mio padre: “Antonio, lo vedi il ciliegio in fondo a quel campo… Un giorno mio padre mi disse che è e sarà speciale più di ogni pianta in questo campo !”
Anni dopo (1997), mio padre mi disse: “Mirko, il nonno un giorno mi ha detto che quel ciliegio lì, piantato per la sua nascita, è e sarà speciale”
E ancora anni dopo (il 30 aprile 2017), dissi a mio figlio: “Giovanni, questo ciliegio sarà speciale. Per affumicare al barbecue!”

Detto questo, accesi la motosega.

 

 

 

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