Nella zona centrale della città vecchia di Vilnius fa angolo un piccolo locale che propone cibo cotto al BBQ ed affumicato con legna di quercia.
Nel menù è presente il brisket e quindi non si può non provare…
L’ambiente non è propriamente quello di una smoke house, nemmeno gli arredi. Della musica è meglio non parlare. Ci sediamo comunque ad un tavolo in una saletta e scorriamo il menù…
La scelta non è amplissima ma i prezzi sono son più che contenuti (brisket 10,80 euro, pulled 7,50 Euro, ribs 9,90 Euro).
Dopo un’attesa di quasi mezz’ora arrivano le portate con la trilogia al gran completo:
Ribs, Pulled Pork e Brisket.
Nei piatti, vista la nostra repulsione per i cetrioli, che qui mettono ovunquemente ovunque, oltre alla portata principale sono presenti un paio di cucchiaiate di simil-coleslow. Affianchiamo (per fortuna) come extra: patatite e nachos: entrambi, non esaltanti ma più che decorosi.
Pulled Pork: il panino è di ridotte dimensioni ed anche con il pulled non si esagera. Il profumo del fumo c’è, non è pulled bollito, ma il guaio è l’invasività della salsa che la fa da padrona. Il sapore del maiale è troppo lontano. Mangiabile ma senza applausi. Bark non pervenuto.
Ribs: Una slab? Mezza? No, tre costine contate, piccole delle baby back. Si percepisce una parvenza di smoke ring. La carne è morbida, il tessuto connettivo andato ma anche qui manca il bark. Dove sarà finito? Lo stile “eccesso di salsa” si ripresenta anche qui. Non c’è nulla da fare: le ribs sono un’altra cosa…
Brisket: ci siamo: il piatto forte, il cavallo di battaglia. Sulla loro pagina Facebook avvisano che non c’è sempre e per questo abbiamo scritto il giorno prima per essere certi che ci sarebbe stato…
Alla vista del piatto anche le ultime speranze crollano. Tre fettine, tre. Sottili, sottilissime. Mezzo piatto è pieno di simil-coleslow; in un piccolo contenitore un po’ di salsa bbq palesemente di provenienza Rimi (nota catena si supermercati n.d.r).
E’ pallido, troppo pallido; lo smoke ring c’è e quindi una qualche forma di affumicatura alla quercia ci deve essere stata ma nel complesso le fettine di brisket si confermano timide, prive di carattere. Sanno un po’ di poco. Bark, manco a dirlo, assente. Un vero peccato.
Conclusioni
Nelle repubbliche baltiche è notorio che la cucina non sia particolarmente eccelsa, almeno per i nostri palati. Da queste parti può accadere di finire in crisi di astinenza da “cibo gustoso”. In questo caso, e proprio se la crisi è pesante, un passaggio dal City Chef Barbecue potrebbe avere un senso. Tenete basse le aspettative e gustatevi ciò che viene servito, che, alla fin dei conti, un retrogusto di affumicato lontanamente si percepisce: bisogna accontentarsi, ed in tempo di carestia, può risultare sufficiente per godere un po’ (poco per la veriftà).
La gestione è giovane, il personale educato. Dal primo passo che si fa entrando fino all’ultimo è chiaro che ci siano ampi margini di miglioramento. Se qualcuno ci capiterà nei mesi o negli anni futuri ci faccia sapere e rettificheremo volentieri il tutto.
Mappa:
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