
La moglie del Pitmaster
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un racconto di Francesca Lamanna, compagna nella vita e tra le braci del nostro associato Francesco Ruospo
Si sa, che sia la donna a prendere iniziativa..prima o poi qualcosa va storto, e ti ritrovi a rimandare ad un futuro prossimo i tuoi progetti. Tutto diventa difficile: i figli, la casa, il lavoro…i sensi di colpa per le merendine e il tempo perso a confezionare ciambelle con farine integrali, la raccolta differenziata che sapientemente organizzi per far sì che anche tua figlia capisca come differenziare.
Quando è l’uomo a sognare però, sembra aver incontrato “il pesciolino d’ oro” che al povero pescatore regalava desideri nascosti.
Ora… non sono la moglie del pescatore, avida e insaziabile che troppo vuole e nulla stringe…ma semplicemente la moglie di un pit master… che di semplice nulla ha.
A volte cucini perché ti va, con gusto, con passione.. sperimentando ricette più assurde ..altre volte lo fai perchè devi anche se avresti voluto propinare a pranzo e a cena la classica frisella con il pomodoro.
Trasmettere con una minestra calda il tuo amore a chi vuoi bene, educare i tuoi figli ad una sana alimentazione, scoprire nuove ricette, rivivere in un piatto il ricordo di un’ infanzia lontana:
Il tuo regno, il tuo rifugio .. un punto d’ incontro…
Pensavo di essermi conquistata anch’io quel pezzetto di grembiule mettendomi addosso quella bella etichetta che ti rende protagonista dei pranzi la domenica, che ti richiama nei giorni di festa per riproporre il calzone di cipolla o il dolce con crema e amarena..felice del bis che anche il più burbero dei cognati richiede insaziabile e finalmente dire addio a quella frase che , se pur gentilmente..ogni tanto usciva fuori: ” il ragù di mia madre è insuperabile!” Ok..ok..ma vogliamo parlare del mio brasato?… o dei miei panzerotti?
E invece mi sbagliavo..dopo 12 anni quel grembiule mi è stato strappato di dosso trascinando con se anche la più banale pasta e lenticchie. Invano ho cercato di sottolineare che al maritino risuscitato da un lungo letargo e quasi allergico alle padelle, che la sua era solo questione di soffritto alla pancetta messa persino nell’insalata….o che la magia era dovuta alla panna da cucina nei cui pensili non si faceva mai mancare.

Eh..no…no…duro da ammette ma le cose nn stavano così ?…e la conferma è arrivata quando al sesto compleanno mia figlia mi chiede frettolosamente la classica crostata di frutta per poi correre da suo padre, il pit master in questione, allora agli esordi con l’American Barbecue, per pregarlo di preparare se sè e per i suoi suoi amici pork ribs in salsa barbecue, salsicce alla birra affumicate al rovere e panini con pulled pork con insalata coleslaw…la sua maestra di Inglese all’asilo ne sarebbe stata fiera!

Dodici anni di inutili battaglie salutiste..dove quello che mi rimane è una fredda pasta frolla con due banane ossidate.
Per fortuna nella quotidianità il buon cuore dei miei figli li porta ad apprezzare quei tanto angusti fagioli all’uccelletto e quel brodo vegetale del quale a salvarsi resta solo la patata ..Poi si aggiungono i nipoti, che tornano a casa entusiasti per una polpetta di manzo incastrata in un friggitello ,avvolta nel bacon e affumicata al ciliegio…roba che mai, e dico mai..avrebbero mangiato se a proporli fosse la nonna…
Al pit master di casa ..l’inventiva non manca ma quell’arte dell’ arrangiarsi in cucina che tanto accozza con la parola economia non gli appartiene…e allora ben vengano le Lolli pop…che non sono lecca-lecca o dischi con cui perdere qualche etto, no..sono fusi di pollo avvolti nella pancetta e poi cotti nel bbq. La spesa?
Per un esercito!!!! Dal prezzemolo riccio, al rosmarino e basilico disidratato: un offesa per il mio orto da balcone..e ancora.. paprika dolce, timo..semi di finocchio, decine e decine di spezie che hanno invaso la mia cucina e che sembrano riprendere vita ogni volta che si parla di american barbecue.
Eccole danzare sotto una pioggia di sali, dal Maldon al glutammato su un letto di coltelli che farebbero invidia all’oscuro Edward mani di forbici….


Passo successivo : accettare la sconfitta e riappropriarsi di quel ruolo madre-moglie sostenitrice..ed è così che quelle serate in compagnia assumono un gusto tutto nuovo.
Lentamente ti avvicini a quei coriandoli di spezie disidratate e lo spog non è più un personaggio dei cartoni ma il condimento dei tuoi meravigliosi arrosti personalizzati.
L’ american barbecue mi è entrato nelle ossa: gli odori, l’ attesa, le notti insonni, l’ adrenalina che ogni evento porta con sé.. la soddisfazione che ne resta quando la gente apprezza il tuo impegno e la tua passione..il riscatto di un qualcosa che nella vita era lì, sospeso su una nuvola di fumo..
Quando sei fuori di casa e rientri al levar del sole con il tuo cappello da cawgirl e i capelli che sanno di affumicato: guardi tuo marito negl’ occhi e in uno stanco silenzio, urla una lacrima di ammirazione reciproca che non ha prezzo..
Ogni avventura insieme è unica: posti nuovi con gente diversa, tanti dispositivi da adattare e realizzare con le proprie mani con L’ american craft bbq e con il proprio sudore.. organizzazione e perché no..ogni tanto qualche buona critica costruttiva.
Francesca

