E’ il momento di una storia, la storia del mio viaggio, e dei presupposti di questo nuovo Pulp Movie House.
Il 2009 è stato l’anno di esordio all’università; per spezzare la monotonia delle sessioni di studio eravamo soliti “inventare” il pranzo aprendo il frigo e riscoprendo di volta in volta nuovi abbinamenti e sperimentazioni.
In quel periodo, per tirar su qualche frammento di vile danaro, un mio amico aveva trovato lavoro a un Mc Donald’s, mentre io consegnavo pizze per un locale del paese.
E qui l’idea.
“Perché non proviamo a replicare il Crispy Mc Bacon, ma con carne decente, ingredienti nostri e perché no, pane fatto in casa?”
Fu il primo di una lunga serie: in pochi anni avevo tirato fuori dal cappello un’onesta trentina di hamburger.
Non da solo ovviamente; basti pensare come negli ultimi cinque ci sia la mano di Elena, che in queste deliranti malattie mi supporta e mi SOPPORTA, ed è ormai carica e fonte di ispirazione in tutto quello che faccio, qui come nel resto del mio mondo.
Nacque quindi il progetto Double Ale Burger, fondato su quello che ad oggi è il mio piatto preferito, e che per me è il più intimo significato di sperimentazione pura, accostamento dei sapori ed equilibrio delle consistenze in cucina.

Ma chi come me ha il cervello pieno di ignorante esaltazione per la cucina difficilmente è in grado di contenerlo in una scatola chiusa senza che strabordi.
Di lì a poco iniziarono ad affascinarmi le parole, lo spirito di condivisione e i metodi casalinghi per la panificazione dei più conosciuti militanti del settore, panettieri o pizzaioli che fossero.
Fu l’inizio della fine: iniziai a studiare, a osservare i grandi maestri, a sperimentare impasti, conoscere le farine dei diversi mulini, le tecniche di maturazione e le diverse cotture, sfruttando anche il forno della pizzeria in tarda serata.

Ho seguito un solo corso, di recente, che ha contribuito ad ampliare il panorama della panificazione e a piantare dei paletti.
In cucina, del resto, non si finisce mai di imparare.

La mia sfida, ogni settimana, è quella di dar sfogo alla mia creatività, inventare ricette, sperimentare impasti da cuocere nel contesto casalingo, spingendone al massimo l’ottimizzazione.
E dopo le passioni per il vino, la birra artigianale e lo Stir Fried Wok, la primavera del 2015 fu l’anno del Barbecue.
E ancora studi, online o sui libri dei grandi maestri italiani e americani, i corsi, e altro ancora.

Un mondo dotato di una luminosità assurda, rimasta per troppi anni assopita: una cucina che per me non è solo la migliore possibile per il 90% dei piatti, ma è anche sinonimo di convivialità, condivisione e amicizia.
Un mondo, che per sua stessa natura, è dotato più di qualunque altro di vivacità e contrasti.
Lo vedete? Siamo arrivati al dunque.
Il contrasto tra due delle mie più grandi passioni in cucina, la panificazione e il BBQ, è oggi oggetto di sfida e fine ultimo di questo blog.
Se fino ad oggi mi ero sempre concentrato sulla replica casalinga dei prodotti da forno per antonomasia, l’obiettivo ora è quello di trovare il giusto compromesso perché gli stessi profumi possano essere sprigionati dal calore della brace di un kettle.
Partiremo piano, rivedendo i concetti radicati della panificazione per far luce e chiarezza sui molti temi che ancora oggi creano confusione tra chi inizia o vorrebbe iniziare a preparare la pizza in casa. E’ crucio di molti, come lo è stato per me anni (e lo è ancora oggi, su alcuni temi).
L’importanza dell’impasto, fin troppo sottovalutato, come e quando usare le diverse farine, le differenze tra i cereali e tra le macine, l’importanza dell’acqua, i tempi di maturazione e le tecniche di impastamento: passo per passo arriveremo insieme alle cotture, agli esperimenti, al calore sprigionato dal barbecue e al profumo del pane.
Questo è il punto di arrivo del nostro viaggio, del percorso insieme.
Il pane è il simbolo della condivisione; esiste forse presupposto migliore per un blog?
Enjoy your meal!